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Viva il ministro del cinema!
19 febbraio 2025
Tajani: “Governo valuterà l’idea Pupi Avati per un ministero del cinema”
Sto immaginando chi potrebbe essere il ministro del cinema italiano.
Un classico burocrate italico, intrallazzino e puttaniere, oppure una figura innovativa e contraddittoria come Boris Shumatsky, che fu Ministro del Cinema dell’Unione Sovietica negli anni 30.
Possiamo stare tranquilli perchè la scelta cadrebbe comunque su uno dei nostri grandi personaggi cinematografici.
I melonisti forse aspirerebbero a un dicastero per la propaganda (perchéll’altri no…) che, attraverso la settima arte, sappia esaltare i pregi inimitabili della superba penisola e celebrare la fiera destrezza dei suoi audaci gerarchi. Mi emoziono nel pensare a un cinegiornale diretto da Genny Sangiuliano che, prima del film, mostra l’orgogliosa attività della Ministra Santanché a favore del cineturismo.
Un nome sicuramente caldo è quello di Andrea Occhipinti, di cui tutti abbiamo potuto ammirare la straordinaria capacità di analisi in un’intervista televisiva che ha fatto storia.
Il profilo di intellettuale ribelle e anticonformista attribuisce anche a Carlo Verdone una concreta chance di nomina ma c’è il pericolo che in Consiglio dei Ministri cominci a parlare “de quanno 40 anni fa stava a cena co’ Mimì, Cicì e Cocò” e non si finisce più. Nordio crollerebbe addormentato sulla sedia.
Viene tuttavia naturale chiedersi se si tratterebbe del ministero del cinema o del ministero delle serie tv. Non è una differenza da poco perché poi all’estero, quando si riuniscono gli altri ministri del cinema (ma de che…) rischieremmo di trovarci scoperti.
Essopprobblemi…
PS: Nell’Unione Sovietica il Ministero del Cinema ha avuto un suo perché e bisogna dire che ha funzionato anche bene. Nel mondo non si ricordano esperienze analoghe.
L’Italia è tuttavia il paese in cui è più manifesta la presenza di una struttura di controllo rigidamente burocratica e di un apparato gestito da una nomenklatura inattaccabile.
Non è un caso che da ben 17 anni, a capo di questo organismo ci sia la stessa persona.
Quindi già esiste un assetto in grado di esprimere un potere smisurato, con leader, zarine, oligarchi, cortigiani e alti comandi associativi.
Che lo si chiami Ministero o Impero Supremo del Cinema non cambierebbe nulla.