“Bisogna rilanciare in modo incisivo e urgente il confronto e, auspicabilmente, l’incontro con gli altri protagonisti dell’industria cinematografica. E’ tempo di lavorare insieme, non rinunciando a difendere i propri interessi, ma non rifiutando di ascoltare le ragioni degli altri”. E’ l’auspicio di Lionello Cerri, presidente dell’Anec, associazione nazionale esercenti cinema, contenuto nell’editoriale pubblicato sul Giornale dello Spettacolo in occasione delle prossime Giornate Professionali di Cinema, il tradizionale incontro dell’industria cinematografica italiana, in programma a Sorrento dal 3 al 6 dicembre (da Giornaledello spettacolo.it.).
In questa frase di Cerri c’è la sintesi dell’appello inviato più di due mesi fa agli stessi destinatari citati dal presidente dell’ANEC .
A quella lettera risposero prontamente ANICA e 100Autori, ma dalle altre entità non è mai arrivato nessun tipo di reazione.
Alcune, prima fra tutte l’ANAC, hanno detto che sarebbe spettato a loro il compito di prendere quell’iniziativa e per questo motivo non hanno aderito alla proposta. L’ambizione di essere padri evidentemente esercita un’attrazione fatale soprattutto alla vigilia delle elezioni.

Tuttavia in quella comunicazione non esisteva in alcun modo una presunzione di paternità e ancor di meno c’era una qualsivoglia indicazione nella direzione dello sviluppo del confronto.
Era stata avanzata l’idea che in occasione del Festival di Roma si potesse avviare questo tavolo di confronto e sarebbe stato importante non continuare a indugiare e trasmettere in quel momento un segnale significativo a Istituzioni e politica.
Il cambio di rotta (comunque tardivo) di Riccardo Tozzi sull’urgenza di elaborare nuovi modelli produttivi e distributivi, anche se giunta a distanza di un anno dalla prima proposta di IndiCinema, fu un messaggio positivo e costituì anche una conferma riguardo il progetto IndiCinema.
Anche in questo caso arriva una conferma sulla bontà delle idee che da noi provengono e c’è da augurarsi le parole di Cerri rappresentino un’assunzione di responsabilità che però non resti sulla carta e che una volta individuati il padre, la madre e gli zii di questo tavolo di confronto si possa finalmente procedere in modo concreto e costruttivo.
È bene ricordare a tutti, soprattutto agli ultreottantenni, che per essere dei buoni padri bisogna soprattutto pensare al futuro dei figli, cosa questa che è stata troppe volte trascurata da molti anni a questa parte.

Stefano Pierpaoli
Pres. Consequenze

2 dicembre 2012

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