Appello per il patrimonio culturale

Consequenze Network condivide e sottoscrive, insieme ad altre realtà e associazioni, questo appello rivolto alle Istituzioni e in particolare al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al  futuro Ministro dei Beni Culturali di prossima nomina. Gli operatori e i professionisti della cultura si appellano uniti al presidente Napolitano e al futuro presidente del Consiglio per chiedere con forza che alla guida del Mibac vada un ministro che sappia imprimere una svolta decisiva alle politiche di tutela, fruizione e di valorizzazione del patrimonio culturale, costruendo un rapporto vivo tra i cittadini e la cultura italiana. All’Italia serve un Ministro della Cultura in grado di valorizzare lo straordinario patrimonio culturale e le sue migliori risorse. Una figura che conosca a fondo il mondo della cultura e dei beni culturali e sia consapevole delle condizioni di lavoro e di vita dei professionisti che se ne prendono cura. Una figura autorevole, competente e fresca che sappia individuare le priorità e sappia tradurre in una nuova proposta politica le esigenze delle diverse anime che compongono l’universo cultura: dall’archeologia al cinema e l’audiovisivo, dalle creatività alla danza, dal restauro al teatro, dalla musica al paesaggio.

Forum Cinema Indipendente

Due incontri per discutere su opportunità e criticità del cinema indipendente, ora che la trasformazione digitale dell’intera filiera è completata. I temi affrontati saranno: conoscenza, eccellenza, trasparenza, incentivazione, sostenibilità. Nella prima giornata i cineasti presenteranno le loro sollecitazioni e riflessioni.

Cinema e Territorio: Documento programmatico

La piattaforma programmatica presentata in questo documento è offerta al contributo di ogni singolo operatore e di tutte le associazioni di settore che ne condividono i principi e gli elementi di proposta.
Il documento che verrà presentato al Presidente e gli Assessorati competenti della Regione Lazio

Un appuntamento solo rimandato

Molti amici avevano ricevuto la comunicazione nel merito del convegno organizzato da IndiCinema che si sarebbe svolto durante il prossimo Festival di Roma.
La notizia non era stata ancora diffusa su scala più ampia e ufficiale perché la preparazione di questo appuntamento era stato oggetto di alcune controversie e di numerosi rinvii e numerose erano le nostre perplessità circa l’opportunità di essere promotori di q

Lettera aperta al DG Nicola Borrelli

Su questo tipo di strategia di cooptazione e di inciucio si è prodotto il privilegio di pochi e la povertà di milioni di persone. Vale per il cinema come per le altre categorie social e umane.
Questo è il motivo della lettera che ho inviato al Direttore Borrelli

Mai più sciacalli

Mai più sciacalli I 100autori, o per meglio dire i gerarchi che ne stabiliscono le manovre, stanno provando a sovrapporsi a Indicinema tentando di copiarne l’iniziativa distributiva.La definiscono “distribuzione alternativa” ma ci potrebbe chiedere se alternativa a loro e all’offerta culturale cinematografica che dagli anni ‘90 ha reso miliardari i capi dei 100autori.In realtà niente di alternativo e nulla di nuovo. Il peggio dell’Italia emerge ancora una volta nella sua manifestazione più becera e volgare e prova ad imporre egemonia con metodi paramafiosi e repressivi.Si tratta in questo caso di un tentativo talmente demagogico e castista che anche un bambino di 5 anni riuscirebbe a interpretarlo per quello che è: il gruppo di potere e di interesse si indigna per la lesa maestà provocata da alcuni cittadini che sulla sola forza del lavoro, dell’impegno culturale e sociale e senza aiuti dall’alto stanno realizzando un grande progetto collettivo e partecipato. In funzione di questa irritazione e spinti dalle cupole di riferimento si affannano per assemblare un progetto culturale il più simile possibile a quello di Indicinema. In tal modo provano a mantenere un ruolo dominante e con l’appoggio dei boss, dei funzionari corrotti, dei media amici e dei capitali di cui dispongono e a cui vogliono esclusivo accesso, mirano a sostenere il sistema verticale che ha portato l’Italia nel baratro.È ormai evidente infatti, che più di altri processi macroeconomici, sono queste strategie ad aver prodotto disoccupazione, povertà ed esclusione per milioni di Italiani, e che sulla pelle dei giovani soprattutto si è giocato il crimine disumano messo in atto da gran parte delle classi dirigenti. Il furto di futuro che questi signori vorrebbero continuare a compiere si svolge in certi palazzi del potere e striscia nell’ombra fino al momento dell’annuncio, dell’accordo avvenuto e del delitto consumato. Di tutto quello che c’è dopo non resterà altro che la disperazione e la rabbia di chi non è parte della casta, della corporazione e non è nei favori delle banche. In questa aggressione contro l’iniziativa dal basso, contro la libera circolazione delle idee e contro l’impegno in quanto valore-lavoro, c’è la sintesi della nostra de-generazione sociale e c’è la sentenza di condanna per le giovani generazioni.Non abbiamo nessuna intenzione di sottostare a questo stato di cose e per questo abbiamo promosso un modello di sviluppo che avanzasse collettivamente, in modo aperto e manifesto, indipendente dalle concessioni dei sovrani e forte della partecipazione attiva di tutti.Anche i 100Autori sono stati invitati e hanno partecipato alle nostre riunioni quando stava nascendo Indicinema, così come altre associazioni del settore. Agli Indilab sono stati spesso presenti alcuni loro rappresentanti e sono intervenuti. Abbiamo descritto anche a loro i nostri progetti e nulla è stato fatto muovendoci nel buio. Una telefonata e un confronto aperto e onesto sarebbe stato quanto meno un gesto di responsabilità, di serietà e di volontà di cooperazione. I motivi di questa scelta sono ovvi e manifesti. Non vogliamo più un’Italia che vuole schiacciare, soffocare e censurare per seguire il vantaggio di pochi nel segno del privilegio. Questa Italia cancella il futuro di gran parte della popolazione e soprattutto dei più giovani.L’Italia che in tantissimi sogniamo è quella solidale, coesa e pronta a mettere insieme le forze nell’interesse generale. Senza più sciacalli. Stefano Pierpaoli26 gennaio 2012