Recupero spazi e comunità

Domani alle 20,00, a Napoli, verrà inaugurata una sala cinematografica, ma soprattutto uno spazio di stimolo e passione, che rappresenta una di quelle vittorie che appartengono non tanto allo sforzo profuso, che è stato enorme, ma alla voglia di impulsi positivi a favore della comunità.

Nello stesso tempo, oggi al Teatro Valle Occupato, ho partecipato a un incontro organizzato dal CUB, in cui si ragionava sul futuro della sale cinematografiche di quartiere, che con sempre più preoccupante frequenza stanno chiudendo i battenti. Le istanze portate avanti dal rappresentante della Confederazione Unitaria di Base, finalizzate alla difesa dei posti di lavoro nei cinema in via di dismissione, hanno ottenuto, in questa circostanza, il sostegno di alcuni rappresentanti politici e di associazioni di settore che hanno patrocinato un progetto di sostegno per le sale di quartiere e di prossimità. È mancato all’appuntamento il presidente del 1° Municipio ma evidentemente era impegnato in altre incombenze, ma soprattutto è mancata la proposta di progetto ed è stato portato avanti un ragionamento ideologicamente debole e decisamente fuori dal tempo.

L’urbanista Berdini ha suggerito un azzardato parallelo tra la morte dei negozi e la morte della città, accostandolo al sorgere dei centri commerciali. Ha omesso la carenza di professionalità dei commercianti e la mancanza di strategia di una categoria chiusa nella logica della bottega e del cassetto della cassa da riempire che tanto agio ha concesso alla nascita di questi centri commerciali. Se i negozianti si consorziassero e trattassero i clienti in maniera più confortevole il problema sarebbe risolto. Chi infatti potrebbe preferire il grande punto di smercio impersonale al luogo di vendita che sta sotto casa e in cui trovi persone competenti e umanamente accoglienti? Sembra davvero che in pochi si accorgano che un mondo sta morendo e che è urgente produrre nuovi modelli di offerta. Si ragiona ancora molto sulle realtà che furono e poco ci si interroga sui nuovi scenari che si stanno presentando e rispetto ai quali bisognerà confrontarsi. Nino Russo, rappresentante dall’ANAC, ha proposto la creazione di un tavolo composto dalle associazioni di settore per ragionare sulle criticità e sulle soluzioni, ma ha dimenticato che più di un mese fa è stato inviato, a tutte le associazioni compresa l’ANAC, un inviato alla creazione di questo tavolo. Altre associazioni hanno già risposto e sarebbe bene che anche la sua lo facesse. Le sale chiudono perché la gente non va più al cinema. Il problema è semplicemente questo. Potremmo dare milioni di Euro alle sale ma il risultato sarebbe lo stesso. Ciò che occorre è un progetto per rivitalizzare l’offerta culturale cinematografica e riportare il pubblico in sala senza indurlo alla scelta ma rendendolo partecipe dell’evento proiezione. Non esiste altra formula. Il progetto che sta alla base di questo traguardo non si formula su teoremi di conservazione e non può essere realizzato nel giro di pochi mesi. Nell’ultima settimana di luglio il film – primo incasso del box office spagnolo ha superato il totale degli incassi di tutti i film proposti in Italia. Molti hanno detto che è stata colpa degli Europei di calcio o del fine settimana estivo. Il problema è che anche la squadra spagnola ha fatto gli Europei (ha vinto in finale proprio con l’Italia) e che era estate anche in Spagna. L’inizio del ragionamento è probabilmente racchiuso in questi dati. Domani, a Napoli, si apre una nuova sala di quartiere. Cercherà di proporre cinema d’autore ma soprattutto si sforzerà di produrre un’offerta culturale valida. Qualcuno potrebbe provare a pensare a questo tipo di soluzione? Stefano Pierpaoli 23/10/2012