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Passaggio a vuoto
Pd e suoi derivati
Oggi all’incontro del PD molte note stonate hanno vanificato quella che doveva essere un’utile tappa in vista degli Stati Generali della Cultura che si svolgeranno tra 5 giorni.
Lo stato maggiore dei veltroniani si è presentato, a sorpresa, col piglio di un tempo (ahimè sventurato) ostentando un’autocelebrazione dei fasti culturali romani ai tempi del “Walter maestro di vita”.
Un noioso esercizio retorico su meriti di cui solo i loro adepti hanno beneficiato e tanto effimeri da non lasciare altra traccia se non quella stantia di un festival (altrimenti conosciuto come le veltroniadi) che ansima della solita inconsistenza culturale.
Dal grigio Borgna alla orgogliosa Melandri hanno tentato di rivendicare un’indefinita azione culturale nel territorio che aveva riportato Roma praticamente ai fasti imperiali. Un successo che a detta loro è stato cancellato nell’arco di soli 2 anni per colpa dell’amministrazione Alemanno.
Ci chiediamo: se ci fosse stata una così profonda ed efficace attività in campo culturale, sarebbe stato impossibile smarrire un tale lavoro nel giro di qualche mese?
Si sa bene che gli effetti di politiche culturali efficaci, con alla base un progetto vero e radicato nel territorio, non evaporano tanto facilmente e non lasciano il passo al dissesto cui stiamo assistendo.
Questa uscita è un segnale pericoloso che lascia intendere un nuovo diabolico rigurgito di una casta, non solo politica, che sembrava ormai alle ultime e stuccose rappresentazioni. C’è quindi da aspettarsi qualche stravagante (e scorretta) iniziativa da coloro che nell’epoca di Veltrusconi si sono fatti d’oro.
Le corporazioni della vecchia cupola preparano qualcosa e con divertita curiosità aspettiamo le novità al sapore di muffa che solo loro sanno confezionare.
Peccato davvero per questo mezzo passo falso che renderà più duro il percorso di chi sta lavorando anche nel PD con uno spirito totalmente opposto a quello del triste e recente passato.
Ci auguriamo naturalmente che il tono nel prossimo appuntamento torni a essere quello di un partito che guarda al futuro e che soprattutto comprende le sfide che il futuro presenta.
Quelli “bravi” li abbiamo conosciuti ed è stato più che sufficiente. Adesso ci servono quelli veri, che senza fronzoli fanno il bene del Paese e che lasciano lavorare i giovani anche con cognomi diversi dai loro e le donne e gli uomini che sanno conquistare il loro spazio senza doversi inchinare e senza fare il gioco dei baroni…e dei veltroni.
Stefano Pierpaoli
29 novembre 2011
PS: il mio intervento al convegno degli stati generali salterà per evidenti motivi. Diciamo causa “forza maggiore”.