cinema e porchettaL’ultima Festa Der Cinema…speriamo
Arrivano i proclami del successo di pubblico al Festival di Roma ma tanto a Venezia quanto a Roma non ci sono stati film italiani degni di premio e di menzione, se non quelle elargite dagli amici e dagli amici degli amici.
Il Festival di Roma non è ancora riuscito a liberarsi di quella filosofia cafona della manifestazione popolare in cui manifestazione vuol dire spreco/sfarzo e popolare vuol dire lanciare brioches dalla finestra del palazzo. Il concertino. Il porchettaro all’entrata. Il tappeto rosso. Gli stand griffati. L’Embassy con nessuna locandina, nessun manifesto e scarno da ogni punto di vista.

cinema e porchetta2È rimasto purtroppo ’A Festa Der Cinema di veltroniana memoria e le nuove amministrazioni hanno fatto ben poco per modificare questa deriva. L’apparato che controlla gli eventi con scientifica (im)precisione è ostaggio dei ricatti interni ed esterni che provengono dalla politica, dai baroni e dalle varie cupole che giocano al bunga bunga della cultura.
Finché vincerà il teorema del porchettaro all’ingresso del festival, con tutto il rispetto per questa meravigliosa categoria che ci rifocilla, rimarremo lontani dal bello, da quell’ambizione legittima che dovrebbe essere garantita e che rieduca, riconquista e rigenera.
Questo appuntamento romano è stato il festival come non lo vedremo più e ce lo auguriamo. Vogliamo una rassegna autentica, moderna e che raggiunga una sua identità non fatta di lustrini e di nomi famosi, ma di bei momenti che siano coniugati alla bellezza delle persone che coordinano e che animano uno spazio in cui si percepisce il battito, questo sì popolare, di un mondo che vive e che pretende di vivere meglio. Desideriamo tutti un festival che sceglie di ridare centralità alla Cultura e al senso di trovarsi insieme ed essere donne e uomini che partecipano a un evento che appartiene a tutti.

SteP
5 novembre 2011

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