Gil Rossellini, l’abile ciak

Il titolo del suo ultimo film è crudelmente autoironico: Gil aveva già realizzato due capitoli, il primo che raccontava come la malattia l’avesse colpito a Stoccolma nel novembre del 2004 lasciandolo in coma per tre settimane, il secondo la difficoltosa riabilitazione.
Nel segno di un invincibile ottimismo, Gil aveva deciso che il volume 3 avrebbe raccontato il suo ritorno alla piena mobilità, all’uso delle gambe: e quando questa speranza si è rivelata impossibile, ha scelto di intitolarlo 2 e 1/2. In esso ha registrato, con la video-camera, gli ultimi mesi di vita in ospedale, le numerose operazioni, la lotta quotidiana con il dolore. Mentre lo girava, Gil sapeva di avere poco tempo. Nelle note di regia, scriveva: «È strano come Einstein avesse ragione, tutto è relativo a seconda del punto di vista. Quando seppi che non avrei più camminato provai un’immensa tristezza e vidi

nella sedia a rotelle uno strumento di tortura. Ora che sono a letto da tanti mesi la sedia a rotelle è un sogno bellissimo. Ho perso le gambe ma ho trovato tanti amici, e tutto sommato credo che sia stato un buon affare». Parole degne di un uomo coraggioso. Vedere il suo film, a Roma, sarà doppiamente straziante.

La vita e il cinema di Gil Rossellini non vanno totalmente identificati con la malattia: ha diretto moltissimi documentari, è stato produttore del film Lontano da dove e, in gioventù, assistente di Martin Scorsese sul set di Re per una notte.

I funerali sono a Roma lunedì alle 15, alla Cappella di S. Giuseppe in via di Porta Pinciana 1.Telegrammi di cordoglio sono giunti dal ministro dei Beni Culturali Bondi e dal presidente della Repubblica Napolitano, che ha scritto: «Gil Rossellini ha saputo affrontare con coraggio e determinazione la grave malattia che lo aveva con- dotto alla paralisi… Questa toccante testimonianza della sua vicenda umana e professionale, che abbiamo avuto modo di apprezzare anche al Quirinale in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, richiama ancora la necessità di un sempre più forte impegno delle istituzioni e della collettività nazionale sulla drammatica con- dizione della disabilità».

  1. c.

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