
Estate romana:
la ricaduta sul territorio
È finita già da un po’ ma i suoi effetti si protraggono tuttora. L’Estate Romana, grande manifestazione che si svolge ogni anno nella Capitale, lascia le sue macerie a deturpare l’ambiente del Parco di Centocelle.
Non è bastato un bilancio complessivamente fallimentare per sancirne la vuotezza culturale e l’assenza di visione di prospettiva. Lo stato di abbandono che domina nell’area verde che costeggia la Casilina sembra il sugello finale, posto in bella mostra, per una delle tante mortificanti iniziative che sono andate in scena.
La mondezza che giace indisturbata su quei prati, è lo stesso pattume intellettuale che alimenta le scelte dell’Amministrazione romana da oltre un decennio.
È il simbolo della de-generazione che quasi ogni evento proposto a Roma porta con sé e accresce. E-vento, dove quella “e” risulta solo privativa rispetto al vento buono che dovrebbe alimentare l’intervento culturale.


A ripulirla ci penseranno i boss della mala che stanno comprando le periferie?
Probabile. Però che schifo e che rabbia lasciarsela rubare senza poter fare niente, osservando i baroni che ti bloccano se vuoi fare qualcosa di buono e che parlano di una città che non conoscono.
Stefano Pierpaoli
8 ottobre 2014