4 marzo 2013
L’appello
Unite le associazioni di operatori sul “sistema Lazio”
Allarme cinema
Le risposte di Zingaretti, Croppi e Rodano
Il primo numero di «8½», neonata rivista di cinema dell’ Istituto Luce Cinecittà, Anica e Mibac, domanda in copertina: «Siamo un paese di analfabeti filmici?».
Purtroppo ci si libera in fretta del punto interrogativo, perché dalle prime righe dell’inchiesta sull’alfabetizzazione cinematografica emerge che l’Italia registra in Occidente i più alti tassi di ignoranza.
Si è aperto con questo dato infelice l’incontro Cinema e territorio, organizzato ieri dalle associazioni di operatori del settore, che ha fatto il punto sullo stato del sistema cinema nel Lazio per indicare alla classe politica un programma di interventi necessari ad evitare il collasso.
È tempo di chiedere perché siamo l’unico paese europeo in cui il cinema non si studia a scuola, rinunciando al la formazione di un pubblico competente ha ammonito Alessandra Guarino del Centro Sperimentale di Cinematografia. Perché non esiste una mediateca dedicata alla città, non si provvede alla digitalizzazione del patrimonio audiovisivo e non si riesce a garantire lavoro al professionisti del comparto. Infine, andando dritto al cuore della faccenda, cosa intendono per “cultura” i candidati alle elezioni.
Ad ascoltare il grido d’allarme sono stati Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, il consigliere regionale Giulia Rodano, Umberto Croppi, in corsa per il Campidoglio, e Paolo Masini, vicepresidente della commissione Cultura di Roma. «Non prometto ciò che non potrei mantenere – ha assicurato Zingaretti – ma rifletto sulle responsabilità di un modello di società che svilisce la cultura. Bisogna ribaltare l’idea che “con la cultura non si mangia’ e affrontare il rapporto tra grandi eventi e quotidianità.
La formula di Zingaretti mette al centro la scuola, il recupero funzionale dei beni pubblici in un modello urbano che preferisce gli spazi di socializzazione a quelli commerciali, l’accesso ai finanziamenti europei, la revisione dell’ente regionale e la rimodulazione degli eventi in base ai bilanci.
Chiunque vinca-ha aggiunto avrà il cruccio del gap tra cassa e competenza.
La cassa manca, ci sono solo impegni. E esistono centinala di leggi regionali ma nessuna di filiera.
Grandi eventi messi in discussione anche da Croppi. «Va fatta una valutazione sul Festival del Cinema – ha detto. Impegna risorse Importanti che, se necessario, potrebbero invece sostenere la produzione di eventi più piccoli, finanziati oggi con bandi simili a una lotteria.
Non si è parlato di tagli. «Diminuire ancora il finanziamento della cultura ha concluso Giulia Rodano significherebbe ucciderla del tutto». Su un punto tutti d’accordo: le parole chiave sono sinergia e partecipazione.
Natalia Distefano