Consequenze Network

Oltre 20 anni di attività

Analisi critica dei processi in atto
Contrasto all’illegalismo e al corporativismo
Elaborazione di modelli per

  • la produzione e fruizione culturale
  • l’accessibilità e l’inclusione culturale

 

Oltre 150 progetti promossi in tutta Italia

Nessuna partecipazione a bandi

Nessun finanziamento pubblico ricevuto

Il tempo dell’utopia

Consequenze è stato, all’inizio, un progetto utopistico che aspirava a ricomporre armonia tra i processi tecno-economici e quelli culturali.
Ad alimentarlo, una visione fortemente critica nei confronti di un panorama culturale sempre più assoggettato ai dettami del mercato.
La trasformazione del “bene culturale” in oggetto di consumo stava privando le comunità di uno strumento di emancipazione essenziale soprattutto per le giovani generazioni.

Il dominio del mercato sulla cultura

I grandi gruppi produttivi e distributivi, che stavano assumendo il controllo degli esecutivi nazionali e dei media, avrebbero rapidamente ottenuto un’egemonia incontrastabile negli indirizzi culturali, imponendo tendenze, condizionando i gusti e uniformando le scelte.
Le politiche culturali stavano già determinando, da circa 40 anni, un sistema totalitario grazie al quale sottomettere le realtà espressive per inserirle in un perpetuo gorgo eventistico in cui venissero soppresse fantasia, creatività, inventiva e provocazione.
Il Web, destinato a invadere le coscienze e a prendere possesso delle prospettive esistenziali di ciascun individuo, in questo scenario sarebbe diventato l’apparato autoritario più scientifico, implacabile e totale di sfruttamento delle masse che fosse mai stato creato nella storia.

Appiattimento espressivo

Accanto a tutto questo, il distacco dall’immaginario filosofico universale stava rapidamente portando all’appiattimento espressivo e alla desertificazione artistica che, in assenza di un’architettura intellettuale autonoma e indipendente, avrebbero prodotto degenerazione emotiva e sentimentale in particolare nei più giovani.

Una società resa debole dalla graduale distruzione di valori e riferimenti si sarebbe vista privare anche di tutti quei fattori di crescita che riguardano e dipendono dal saper fare, dal trasformare, dall’inventare.

Un modello operativo indipendente

In questo panorama, il Progetto Consequenze ha cercato di muoversi sul terreno del confronto con politica e Istituzioni e del dialogo con gli operatori culturali e con le realtà associative.

Ha fondato il suo percorso, sia critico che elaborativo, sull’analisi attenta delle dinamiche in atto in un contesto di prospettiva e di crescita.

Ha scelto di manifestare il suo impegno attraverso lo sviluppo di pratiche e modelli che restituissero alla libera iniziativa il ruolo principale nell’ideazione, nell’organizzazione e nella diffusione delle proposte.
Non potendo contare su una capacità economica consistente, anzi non avendone affatto, ha potenziato la sua attività con spirito pionieristico e artigianale.
In questo modo ha tentato di dimostrare che altri modelli sono non solo possibili ma indispensabili per ricostituire un tessuto culturale significante ed efficace sul piano di una relazione profonda tra offerta e popolazione e tra arte e comunità.

Le aree di intervento

I settori, le argomentazioni e le iniziative in cui è maturato il percorso di Consequenze, sono parte di un paradigma che investe in particolare 4 specifiche aree:

  • identità e definizione del ruolo e degli obiettivi della cultura
  • sistema dei finanziamenti a cultura e spettacolo
  • produzione e distribuzione dei contenuti culturali con maggiore rifermento al comparto cinematografico
  • modelli culturali inclusivi nel rispetto del “Design for all”
  • elaborazione e proposta ispirata alla testimonianza e all’intervento sociale

In questi settori si sono sviluppate centinaia di iniziative di varia natura e di diversa ampiezza, tra le quali si possono evidenziare:
(i link esterni portano ai siti del network: romafilmstudio.it, piuculturaaccesibile.it, retecinemaindipendente.wordpress.com)

Iniziative significative

  • Convegno nazionale Consequenze (Ferrara – 2007)
  • IndiWeekend (con Indicinema Roma – 2011) vai>>
  • Indicinema a Venezia (Venezia, con Indicinema – 2011) vai>>
  • Convegno “Cinema e territorio” (Roma – 2013) vai>>
  • Forum cinema indipendente (con ReteCinemaIndipendente – 2014) vai>>
  • Visioni Aperte, campagna di sensibilizzazione sull’autismo (tutta Italia, con Cinemanchìo – 2017) vai>>
  • Convegno “Anche io al cinema” (Roma, con +Cultura Accessibile – 2017) vai>>
  • Presentazione del Manifesto per l’Accessibilità (Torino, con +Cultura Accessibile – 2018) vai>>
  • Convegno “Accessibilità culturale, inclusione sociale” (Sassari con +Cultura Accessibile – 2018) vai>>
  • Visioni Inclusive (convegno online con +Cultura Accessibile – 2020) vai>>
  • Convegno “Disviolenza” (in streaming – 2020) vai>>
  • Forum No Logo (Roma – 2024) vai>>
Principali rassegne, flashmob e spettacoli
  • Spazi e libertà, rassegna del cinema libero (Roma – 2007) vai>>
  • Le 5 Giornate di Roma (Roma – 2009) vai>>
  • Le 5 Giornate di Messina (Messina – 2010) vai>>
  • Cinema indipendente al Macro (Roma – 2012) vai>>
  • Il Lunedì al Filmstudio (con Filmstudio, Roma – 2014) vai>>
  • Filmsocialclub (Roma – 2015) vai>>
  • Accessibilità: Mostra “Leonardo Da Vinci. Disegnare il futuro” (Torino – 2019) vai>>
  • Il Grande Cinema per Tutti (Roma – 2021) vai>>
  • FilmstudioCultParty (con Filmstudio, Roma – 2022) vai>>
  • Werner Herzog – Viaggio nella coscienza (con Filmstudio, Roma – 2023) vai>>
  • LIETUVIŠKOS VIZIJOS (con Filmstudio, Roma – 2023) vai>>
  • Perspektive Fassbinder (con Filmstudio, Roma – 2023) vai>>

Tappe principali

Primo festival con accessibilità in Italia (2009)
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Prima proiezione Autism Friendly in Italia (2014)
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Approvazione legge per il cinema accessibile (2017)
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In questi 20 anni, da queste iniziative sono scaturiti centinaia di occasioni tra interventi in altri convegni, festival, spettacoli, proiezioni e documenti che hanno caratterizzato un’attività ricca di contenuti e di passaggi concreti. Decine di migliaia di persone incontrate.
Consequenze non ha mai chiesto sostegni pubblici.

Il tempo della distopia

Indipendenza VS Corporativismo

Consequenze, pur vantando, all’interno dell’universo dell’associazionismo “povero” e di confine, una quantità di esperienze che ha pochi eguali in Italia, è in realtà una testimonianza di quanto nel nostro paese sia complesso, per non dire impossibile, sviluppare una proposta di spessore e di sostanza.

La politica, priva di visione e di consistenza intellettuale, e il corporativismo, dilagante nei vari comparti culturali, hanno contrastato regolarmente le proposte e la stessa attività che provenivano da questa entità disallineata che, con il suo operato, ha messo in luce le contraddizioni di un settore vittima di se stesso.
Il senso di una posizione critica, basata sull’osservazione dei fenomeni degenerativi e sulle crescenti criticità del tessuto culturale italiano, ha assunto nel corso degli anni una dimensione precognitiva e contestualmente sempre più oggetto di repressione.
L’azione tenacemente propositiva, portata avanti con strumenti artigianali e provocatori, ha spinto molte componenti allineate e subalterne a contrastarne le attività, cercando di neutralizzarne l’efficacia.

Evidenziare contraddizioni, storture e malaffare ha rappresentato, per tanti soggetti funzionali al potere, un pericolo che poteva mettere in discussione gli assetti di un sistema fondato sull’assistenzialismo d’accatto e sulla corruzione.
Consequenze andava ostacolata e possibilmente abbattuta.

Che questo proposito abbia avuto successo è tuttavia un dato marginale. Consequenze è un’idea, è un modo di affrontare il dissesto, è un’impostazione esistenziale e intellettuale e, in quanto tale, è un qualcosa che resta nell’aria. Piaccia o no ai potentati e ai loro adepti.

La control cultura

Il panorama che si è andato configurando in questi 20 anni ci mostra una proposta culturale inquinata da forme di propaganda imposte dai produttori di contenuti e dalla politica.

Film, spettacoli ed eventi di vario genere sono le particelle tossiche di un’incessante opera di ammaestramento del pubblico e della popolazione.

Le esperienze vissute nell’ambito di questi appuntamenti/evento sono il prodotto di un acculturamento repressivo, che utilizza la ripetitività e la conformità mercantile per avvolgere le persone in una cappa di alienazione e di ipnosi.
Il condizionamento mediatico (Tv e social network) induce le scelte e i gusti di un pubblico che viene reso felice di farsi controllare e guidare in modo inconsapevole verso i prodotti che il capo deve vendere.
I protagonisti delle filiere artistiche e professionali che lavorano a vario titolo nei settori interessati, sono ridotti a uno stato spettrale nell’attesa del finanziamento, della sovvenzione o dello stipendio.

Il pluralismo espressivo è, nel migliore dei casi, un argomento solo retorico. Per il resto appartiene a un dibattito fuori dal tempo, secondario rispetto alle urgenze del pranzo e della cena e improponibile sul piano del vincolo etico che una proposta culturale dovrebbe garantire.

Fino al mondo del capo

Ma se la cultura evade dal suo dovere etico e intrinseco, cosa ne sarà del patto sociale che su essa si fonda e su cui, senza alternativa, si può costruire una società migliore?

Senza una cultura che torni a essere dimensione antropologica i nostri orizzonti e il cammino delle nostre esistenze saranno confinati in quelli di fantasmi, zombie e marionette.
Figure inanimate che, nelle loro solitudini, resteranno sottomessi a un messaggio conformista e didascalico, sempre uguale a se stesso e fedele alla dottrina del capo.

Questo è il mondo in cui stiamo vivendo e visti i presupposti, potrà solo peggiorare.