Forum No Logo – Sentieri selvaggi
Le proposte al Forum No Logo per un cinema ‘non dipendente’Al Cinema delle Province di Roma, al Forum No Logo del Cinema Non Dipendente, sono state stipulate delle proposte per uscire dal periodo di crisi nera che attraversa il cinema italiano11 Ottobre 2024 di Francesco Bortone Vai al Forum No Logo II 7 ottobre al Cinema delle Province di Roma, si è tenuto il Forum No Logo del Cinema Non Dipendente. Associazioni, autori e piccoli produttori si sono uniti alla ricerca di soluzioni e idee per la preoccupante crisi del cinema italiano, tax credit su tutto. Un mercato ormai bloccato dove le produzioni indipendenti vanno incontro a una fine inesorabile. Il Forum ha deciso di ispirarsi a Metropolis di Lang, identificandosi nel gruppo proletario sottomesso dagli agiati, alla ricerca di una figura come Maria in grado di portare il popolo alla ribellione. Curioso che questo leggendario film sia ambientato proprio nel 2026. Ci sono stati numerosi interventi di professionisti del settore, trattando i principali argomenti quali il problematico tax credit, le nuove normative, dati e statistiche di produzioni e incassi. È stata preparata una proposta per modificare l’attuale decreto, che verrà ufficialmente presentata al Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo. Principalmente sono modifiche volte alla tutela del produttore indipendente e una sovversione dell’attuale impostazione del tax credit. Per chi non sapesse di cosa si parla, il tax credit è un aiuto finanziario pubblico volto alle produzioni e alle distribuzioni. Con l’ultima bozza di legge firmata il 13 agosto si va verso un tax credit elitario, dove solo i grandi produttori possono accedervi. In poche parole, si continua ad aiutare i grandi, lasciando i più piccoli tra mille difficoltà. A tal proposito, attraverso un video, il produttore Emanuele Caruso simula la nuova legge per capire quali film potranno accedere al tax credit e quali no. Per come ha reso evidente attraverso i dati, al Ministero poco importa degli incassi e del pubblico, ma rende disponibile l’accesso al tax credit solo se a livello produttivo si spendono cifre importanti. Tra i vari esempi di Caruso c’è Sulle Nuvole di Tommaso Paradiso. Film costato più di tre milioni abbia incassato solo 28.000 euro, accede al tax credit perché c’è stata una spesa importante da produzioni importanti. Film che invece hanno pubblico e incassano, ma di piccole produzioni, non potranno più accedervi perché la spesa iniziale è troppo bassa. Come ad esempio // Vento fa il suo Giro di Giorgio Diritti, un film costato 500.000 e che ha incassato 515.000, oltre all’aver partecipato a numerosi festival e contribuito al movimento culturale. Ecco, nuovi film come questo verranno completamente ignorati. Stefano Pierpaoli, direttore di Filmstudio, analizza da un punto di vista culturale la questione, indicando una strategia di riavvicinamento degli autori al pubblico, ormai troppo lontano. Il mercato, dice però, è decisamente concreto e ha le sue leggi. II cinema indipendente italiano, non avendo identità unitaria, rischia di perdere ogni suo diritto e voce in capitolo. Tra gli altri interventi, Leonardo Baraldi, piccolo produttore, porta le sue testimonianze sulle difficoltà enormi produttive legate alla nuova normativa. Maurizio Fiume, sceneggiatore e regista, che ha insegnato tra i tanti a Paolo Sorrentino, fa un’analisi comparativa con le produzioni degli altri stati. Questo e molto altro non fa altro che confermare l’attuale crisi del cinema italiano. Per poter approfondire, lasciamo qui sotto il link per accedere a tutti i video e al report completo del Forum No Logo. Fonte: https://www.sentieriselvaggi.it/le-proposte-al-forum-no-logo-per-un-cinema-non-dipendente/
Forum No Logo – Il Fatto
Forum No LogoIl Fatto – 10 ottobre 2024 Il Forum è stato un tentativo di inserire un ragionamento di sistema in un ambiente anti-intellettuale e subalterno Vai al Forum No Logo UNO SFASAMENTO che certo non aiuta un settore diviso, che ha atteso per mesi la riforma dei contributi, pur da tutti ritenuta necessaria per evitare sprechi. Ma che in questa forma è ritenuta da più parti deleteria soprattutto per il cinema cosiddetto indipendente, quello meno ricco. “Ora per fare un film dovremo prendere i selettivi, trovare un contratto di distribuzione, avere prime in alcuni festival. Prima il tax credit era la pietra angolare, ora arriverà alla fine”, spiega Leonardo Baraldi, produttore che l’anno scorso ha portato a Venezia un film costato solo 200 mila euro. Baraldi con altri 60 colleghi lunedì a Roma si è ritrovato per un Forum “No Logo” (un modo per superare la divisione in moltissime sigle che caratterizza il settore). “Hanno tutti paura” ammette Stefano Pierpaoli, cineasta e organizzatore “il sistema dei contributi selettivi è marcio da sempre, lo sappiamo bene. Chi si espone teme di perderli”. Certo non sapere neppure quanto si dovrà pagare, non aiuta la serenità di autori e produttori.
La lunga mano zingarettiana sul Filmstudio
La lunga mano zingarettiana sul Filmstudio Leonardo BisonIl Fatto Quotidiano – 16 giugno 2024 Vai al sito del Filmstudio Leggiamo e commentiamo Mi sarei aspettato una risposta più articolata e consistente da parte di Nicola Zingaretti.La replica è banalmente quella di un burocrate. Un’argomentazione politicamente deludente e intellettualmente molto misera.Gli “ammanchi” a cui egli fa riferimento, equivalgono a poche migliaia di euro di bollette arretrate ed è un argomento gretto e privo di senso. Siamo in un paese con 3.000 miliardi di debito, con amministrazioni locali sul lastrico e famiglie sempre più povere.Centinaia di luoghi di cultura sono scomparsi sotto il peso della crisi, dell’inefficienza amministrativa e del decadimento politico.A Roma solo gli affiliati al PD e i vari amichetti e nipotini di Zingaretti & Co possono nuotare nell’oro dei finanziamenti pubblici. Quello usato da lui e dal suo braccio destro Albino Ruberti (il signore di quella storia “inginocchiati o ti sparo”) è un pretesto, smentito dai fatti, con cui cerca in modo goffo di prolungare una fuga che va avanti da 10 anni.Era infatti il 2014 quando gli fu chiesto un incontro per approfondire la questione Filmstudio. Un confronto che ha sempre evitato, scappando e nascondendosi dietro i suoi scagnozzi. Hanno speso 1 milione di euro per un luogo trovato chiuso dall’amministrazione successiva. Chiuso e squallidamente fallito dopo solo un anno e mezzo.Se vuole parlare di ammanchi cominciasse da questo invece di arrampicarsi sugli specchi. Il dato di fatto, ampiamente dimostrabile, è che fino al marzo del 2021 ci era stato detto che sarebbe stato riaperto il Filmstudio con la direzione artistica del Filmstudio. A maggio venne invece inaugurato Scena, gestito dall’apparato. Postrema autem non minimus, mi sorprenderebbe che il suo braccio destro Albino Ruberti (il signore di quella storia “inginocchiati o ti sparo”) non lo informasse che negli uffici della regione Lazio ci venivano dette cose molto diverse da quella che lui riferisce. Hanno provato a “spararmi” perché non mi sono inginocchiato.Tutto sommato mi sembra di essere ancora vivo.Ed è vivo anche il Filmstudio. In settimana altri interessanti aggiornamenti! Stefano Pierpaoli16/06/24
Il Filmstudio e la sua storia tornano al centro di Roma
ADNKRONOS – 6 dicembre 2022 Wim Wenders diceva che “il Filmstudio era uno di quei posti mitici dove capivi che tutta la storia del cinema era li o era passata da lì”. L’atmosfera che si respirava in quegli anni, i capolavori che nessuno voleva perdere in quelle magiche serate del filmclub trasteverino si possono rivivere nel weekend del 10 e 11 dicembre al Teatro Tordinona nel centro di Roma. Un’ampia selezione di locandine storiche e la proiezione di ‘Filmstudio Mon Amour’ di Toni D’Angelo, la storia di un luogo in cui, come ha detto Dario Argento, “si sono formate almeno due generazioni di cineasti”. Nel cast Bertolucci, Bellocchio, Antonioni, i Fratelli Taviani. Un periodo straordinariamente vivace per Roma animato da artisti e intellettuali d’avanguardia che frequentarono la factory romana creata nel 1967 da Americo Sbardella e Annabella Miscuglio. C’è il ricordo di Verdone (“lì è nata la mia cultura cinematografica”), i primi passi di Moretti, la visita di Andy Warhol. Le sale del primo filmclub italiano furono di fatto un vero e proprio laboratorio visivo dove la sperimentazione era di casa tra proiezioni mai viste prima e incontri con i grandi maestri del cinema. Il weekend proseguirà domenica 11 con tre film muti realizzati tra il 1919 e il 1930. Film che segnarono la nascita della fantascienza e del Futurismo al cinema. Due giorni in pieno stile Filmstudio come dichiara il Direttore Stefano Pierpaoli “Il mainstream e la corsa verso i grandi numeri ci hanno privato di quell’atmosfera intimamente vissuta che rappresenta il canale più efficace per vivere appieno l’esperienza culturale. Stiamo riannodando i fili attraverso narrazioni e appuntamenti che ci restituiscano un clima stimolante e appassionato per far rifiorire questa città”. Appuntamento nella nuova casa del Filmstudio il 10 e 11 dicembre. Teatro Tordinona, Via degli Acquasparta 16, a pochi passi da Piazza Navona. Vai al sito del Filmstudio Fonte: https://www.adnkronos.com/il-filmstudio-e-la-sua-storia-tornano-al-centro-di-roma_5TXVLuMoTpXeOTe4LXVnqT?refresh_ce
Riapre il Filmstudio – RAI – Tg2 Cinematinée
https://www.youtube.com/watch?v=KTTK5NpCskY RAI – Tg2Cinematinée del 9 ottobre 2022Servizio di Cinzia Terlizzi Cinematinée, per sua stessa dichiarazione, è l’unica rubrica culturale all’interno di un telegiornale Rai, che si occupa di cinema Vai al sito del Filmstudio
Viaggio tra i cineclub scomparsi
Clicca per leggere l’articolo Repubblica – 19 marzo 2021 OFFICINA O FILMSTUDIO, VIAGGIO NELLA CAPITALE DEI CINECLUB SCOMPARSIdi Enrico Sisti “In certi ricordi, se smetti di controllarli, cominciano con un granellino di memoria per poi travolgerti come una valanga, di cui te stesso fai parte…” Vai al sito del Filmstudio