Visus e Thanatos

I sempre visibili al gran ballo della dopamina.
Nel “Disagio della Civiltà”, Sigmund Freud descrive come l’individuo, procedendo nel suo percorso evolutivo, sia costretto a vivere forme di repressione che aumentano nel corso del tempo.
Si tratta di costrizioni che provengono dall’ampliarsi della nostra sfera sociale e dalle compressioni emotive e affettive che ne derivano.

Il regno mafioso della partitocrazia

Sotto il profilo terminologico e concettuale, è opportuno premettere che il termine “partitocrazia” è generalmente inteso come sistema di potere che ottiene ispirazione e nutrimento dall’esistenza dei partiti politici.

Basta animali nei circhi!

Basta animali nei circhi! La rappresentazione circense italiana, negli ultimi decenni, ha paradossalmente goduto di un’evoluzione di grande impatto su un pubblico ampio e ingenuamente attratto da campagne pubblicitarie sempre più diffuse. Per riassumere questo fenomeno d’impatto così pervasivo è bene descrivere alcune caratteristiche dei protagonisti attivi e passivi, corredate da esempi CONTORSIONISTA – Giorgia Meloni, fascista ma donna, quindi disprezzata dai fascisti. Capo del governo ma senza un governo fascista, accerchiata dal suo cerchio fascista da gente che sa solo fare il saluto fascista. Fascista incastrata nel fascismo. L’ho detto fascista? GIOCOLIERE – Giuseppe Conte, abilissimo nel far roteare nel nulla del suo “movimento” le palle colorate delle parole d’ordine che servono a sopravvivere nei sondaggi. Meno bravo del Grillo, gerarca postberlusconiano, che seppe creare l’apparato più verticale e totalitario mai realizzato dal ventennio in poi. MAGO – Matteo Renzi. Che siano misteriosi poteri, multinazionali o sceicchi del deserto è l’inviato dei gran consigli per eseguire numeri di prestiritimadigifatazione…ehm…insomma quella roba lì. Un ministro del futuro che potrà continuare con i suoi giochi illusionisti finché rimarrà sotto il 4%. CLOWN – Calenda (non ricordo il nome di battesimo). Muore d’invidia per il mago ma non è all’altezza del suo più esperto collega. I poteri che lo hanno sponsorizzato sono meno misteriosi. Gli hanno comprato i costumi variopinti e i colori per provare a cambiare faccia ma il solo numero che sa fare è cadere goffamente. All’inizio faceva anche ridere ma ora poverino fa un po’ tristezza. Non ha nemmeno la romantica malinconia di Pierrot. EQUILIBRISTA – Matteo Salvini. Vassallo di Putin, cortigiano di Trump, devoto alla Madonna e gira con un rosario tra le dita. Nel frattempo stermina (politicamente) centinaia di poveri migranti. Quando finirà il percorso sul filo sarà un uomo invisibile…e molto ricco. DOMATORE – Non c’è. Non serve più. Gli animali hanno ormai imparato alla perfezione ogni parte del numero che devono presentare. Per lo meno gli animali che non sono ancora riusciti a scappare. Sembra ne siano rimasti più o meno il 50%. LA DONNA CANNONE – Elly Schlein, scelta dai potentati, lanciata nel cielo oscuro del PD e destinata a scomparire nel nulla di qualche nomina privilegiata. Come Zingaretti che ama essere una donna cannone ma alla fine preferisce diventare parlamentare europeo. L’UOMO PROIETTILE – Lollobrigida, fenomeno nello spararle grosse. Il marchingegno utilizzato per la sua performance si chiama “supercazzola”. CONTROFIGURE – Fratoianni, Bonelli, Bonino, Santoro e altri spassosi personaggi che invadono la pista negli intermezzi per intrattenere il pubblico e dare la possibilità di allestire gli spettacoli degli altri. Acrobata – Suo malgrado e per sopravvenuti disastri, si distacca da questa orgia circense cercando di volteggiare attaccandosi alle funi della Costituzione, tenendosi ben saldo alle maniglie dei valori. Per rispetto non verrà nominato. Comunque grazie di esistere. GLI ANIMALI (senza offendere gli animali che non c’entrano nulla): Elefanti – corporazioni, balneari o ristoratori, tassinari e proprietari di immobili. Forse nella loro testa, grazie alle dimensioni che rappresentano, pensano di essere importanti. Cavalli – Dipendenti in genere di apparati burocratici, vanno avanti a frustate ma sanno scalciare. Nel loro recinto si fanno rispettare. Leoni – Esemplari a 4 zampe. Due sotto la sedia e due sulla tastiera. Molto adatti per il salto nel cerchio di fuoco autoprodotto. Orsi – Specie molto attratta dal miele delle dispute da bar. Chi di loro prova a scappare viene ucciso (chiedere a M49) Foche – Amano prendere al volo i pesci (morti) dell’evento comunale e del programma trash Cammelli – Soggetti che avanzano in fila, pigramente condotti da carovanieri e altri padroni. Cani – Nel circo, quando non sono al guinzaglio, sembrano felici. Telespettatori e postatori compulsivi che corrono in continuazione credendo di superare ostacoli artificiali. Le povere bestie vengono fatte uscire dalle gabbie e trascinate sul palcoscenico. L’esibizione più frequente viene chiamata “elezioni” che si dividono in “politiche”, “amministrative” ed “europee”. Vengono utilizzati anche per altri numeri tra i quali i più conosciuti sono: “sondaggi”, “primarie”, “parlamentarie”, “meetup”, “atreju”, “leopolda” e “stati generali”. A volte si usano strutture mobili, che chiamano “gazebi”, per la preparazione dei numeri o per la stessa esibizione. L’addestramento avviene in recinti chiamati “talk show” o “social network”. Purtroppo, con pratiche crudeli, le prede, una volta affamate e ignare del loro destino, vengono attirate con esche che prendono il nome di “posto di lavoro”, “meno tasse”, “condono”, “tedò 50 euro” e altri tipi di tagliole. Detto questo, l’arte circense e i meravigliosi protagonisti di questa disciplina rappresentano una tradizione di straordinario valore. Tolti i circhi che sottopongono gli animali a trattamenti inammissibili e che per questo devono scomparire dalla faccia della terra. Una scusa in particolare va rivolta proprio agli animali che sono stati coinvolti in questo parallelo ironico ma non troppo. Ma loro sanno quanto io li ami. Stefano Pierpaoli 26/04/24

Il fascismo d’accatto

Siamo un popolo che in alcuni ambienti si dimostra rozzo, devoto e sottomesso. Negli anni ’20 eravamo anche analfabeti e disperatamente poveri.

In aperta campagna

Giungere a un trentennale che ha lasciato il segno non è una celebrazione da poco.
Il 1994 segnò l’ingresso in politica (in assenza di politica) del Cavalier Berlusconi e della sua Forza Italia.
Fummo trasformati all’improvviso in carne da sondaggio, macellata con perizia e distesa sul piano marmoreo del consenso.
I nascenti talk show della propaganda partitocratica mostravano per la prima volta la baraonda della politica divenuta spettacolo.

Il ritorno dei girotondini

Il ritorno dei girotondini Una ventata di nobile audacia ha squarciato il grigio cielo delle nostre paure.Grazie all’ardimentoso gesto di un gruppo di fieri combattenti, stiamo rivivendo l’appassionante epopea dei prodi girotondini. Sono trascorsi più di 20 anni, ma sembra ieri, da quando osservavamo entusiasti il valoroso e fervido avanzare di quei coraggiosi paladini della libertà.Arrivavano da ogni dove – Cortina, Ginostra, Forte dei Marmi – per schierarsi impavidi contro tiranni e invasori. Fino all’ora dell’aperitivo Campo de Fiori sembrava vuota per quanti combattenti erano partiti verso quel fronte impervio e minaccioso.In tanti avevano abbandonato il loro salotto per spostarlo nei bunker pericolosi dei talk show del Gran Pensiero.Si deve a loro questo ventennio di fiducia e prosperità, nel quale abbiamo visto fiorire il pluralismo e la democrazia. Il tempo non ha tuttavia spento il vigore di questa stirpe guerriera. Nell’istante stesso in cui il nemico ha minacciato l’invasione, in un batter d’occhio, si son riuniti con quello stesso spirito pugnace per impedire l’avanzata dei barbari.A loro sta giungendo l’incitazione della popolazione intera che all’unisono ha compreso la solennità di questa impresa e l’eroismo di questo glorioso avamposto. La luce che si sprigiona dal luogo della battaglia illumina il nostro cammino e incita il nostro cuore a restare accanto agli indomiti cavalieri della libertà.Che mai cessi il loro lottare senza mai arrendersi, percorrendo i duri sentieri degli studi televisivi, nelle steppe inaccessibili dei programmi in tv, nelle tremende burrasche delle presentazioni dei (loro) libri.Fino al giorno della vittoria, nella quale, come 20 anni fa, correremo di fronte ai dehors ad acclamarli per averci liberato. Stefano Pierpaoli07/02/2024