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Febbraio
Da questa crisi di governo comincerà un tunnel nel quale dimenticheremo il senso della luce
I nostri pseudopolitici. Deliranti, fuori dal tempo e spesso mitomani.
Senza accorgersi che un abbondante 70% (per essere buoni) della popolazione italiana ha poco tempo per seguire le reciproche invettive di un manipolo di peripatetici da fine impero, si aggrovigliano su un conflitto fatto di date e di proclami, in cui la sfida, intellettualmente parlando, ha ormai l’aspetto di una sassaiola tra borgatari.
C’è tuttavia la suggestiva variante di una nuova marcia su Roma di “milioni d’Italiani” alla quale viene opposto un timido richiamo alla responsabilità (meravigliosa parola di cui la nostra politica non tiene mai conto).
Siamo arrivati alla carnevalata fatta, seppur in modo goffo, da un ristretto gruppo di (tutti) conservatori (tutti) bighelloni che dovrebbe portarci al voto in aprile o ad un governo tecnico per la riforma elettorale.
Resta un interrogativo inquietante: in ambedue i casi, sarebbero ugualmente loro l’oggetto della nostra preferenza elettorale? Loro i nostri rappresentanti? Loro a legiferare?
Siamo terrorizzati da questa prospettiva, ma consci della sua ineluttabilità, dovremmo forse scrollarci di dosso il manto mortificatorio dei sudditi e lavorare nella democrazia per controllare, rinnovare e imporre regole certe e passaggi obbligati nella direzione di volti nuovi e capaci di ristabilire un clima di convivenza dignitoso.
I silenzi e le menzogne con cui ci indeboliscono aggravano la distanza che li separa dalla società civile, da quel 70% (ma quanto siamo buoni) impoverito e stanco, umiliato e arrabbiato, che entro pochi anni, non avrà più gli strumenti per difendere i propri diritti.
Questa squallida rissa tra conservatori, o per meglio dire conservativi di destra e di sinistra o di dove cavolo vogliono apparire, sarà l’ultimo atto di una brutta storia.
Oggi più che mai avremmo il dovere, democratico e civile, di farci carico di un grande patto popolare di rinascita e solidarietà e dare prova di maturità e coscienza.
Diversamente da questo, le derive degenerative già in stato avanzato che ci stanno logorando, godranno di un’accelerazione decisiva.
La democrazia senza regole non è democrazia ed è antipolitica. L’interesse privato e la sistematica aggressione alle Istituzioni è anti-politica. L’anti-politica è alle porte e rischia di dare la spallata finale a questo straccio di democrazia che ci resta.
Stefano Pierpaoli
febbraio 2008