È finita già da un po’ ma i suoi effetti si protraggono tuttora. L’Estate Romana, grande manifestazione che si svolge ogni anno nella Capitale, lascia le sue macerie a deturpare l’ambiente del Parco di Centocelle.
Non è bastato un bilancio complessivamente fallimentare per sancirne la vuotezza culturale e l’assenza di visione di prospettiva. Lo stato di abbandono che domina nell’area verde che costeggia la Casilina sembra il sugello finale, posto in bella mostra, per una delle tante mortificanti iniziative che sono andate in scena.
La mondezza che giace indisturbata su quei prati, è lo stesso pattume intellettuale che alimenta le scelte dell’Amministrazione romana da oltre un decennio. È il simbolo della de-generazione che quasi ogni evento proposto a Roma porta con sé e accresce. E-vento, dove quella “e” risulta solo privativa rispetto al vento buono che dovrebbe alimentare l’intervento culturale.
Siamo morti di eventi. Grandi e piccoli e soprattutto inutili. Non si poteva trovare una sintesi migliore di quelle poltrone che marciscono tra i vialetti del parco per far capire a tutti qual è la ricaduta sul territorio di tante iniziative culturali.
Dal “organizzamo n’evento” al “partecipamo ar bando” c’è tutto un pullulare di piccole trattative in cui la cultura resta ai margini e la Città entra al massimo come contorno allo spazio ottenuto. Roma, la donatrice di organi col consenso di terzi che la conoscono per sentito dire, perché anni fa, hanno imparato a scuola che è la Città Eterna e poi, nei Palazzi del potere e nei salotti fine impero, se la sono spartita.
La discarica prodotta dal Roma Vintage, quei rifiuti che giacciono nel vecchio aeroporto di Roma che proprio lì sorgeva, ci descrivono impietosamente che viviamo in una città non amata, non rispettata e in cui non esistono idee per riqualificarla e renderla migliore.
A ripulirla ci penseranno i boss della mala che stanno comprando le periferie? Probabile. Però che schifo e che rabbia lasciarsela rubare senza poter fare niente, osservando i baroni che ti bloccano se vuoi fare qualcosa di buono e che parlano di una città che non conoscono.
Stefano Pierpaoli
8 ottobre 2014